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Salvatore D’Antonio, Presidente Associazione Pazienti BPCO e altre patologie respiratorie

Sicuramente il termine “linea guida” è entrato nel linguaggio comune e viene usato ed applicato nelle più diverse occasioni per attuare o ottimizzare operazioni tecniche, procedure, comportamenti.

01 01In pneumologia il primo documento GINA Global Initiative for Asthma (acronimo che volutamente è stato scelto anche per far riferimento a Gina Lollobrigida) è stato pubblicato nel 1993, in risposta alla allora crescente preoccupazione per l’incremento della malattia e per l’alto tasso di mortalità per asma. Successivamente, l’interesse crescente per la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) nella comunità scientifica ha determinato la pubblicazione del primo documento GOLD (Global Initiative on Obstructive Lung Diseases) nel 1995.

Questi documenti sono frutto della condivisione di opinioni di esperti, selezionati sulla base del livello di competenza scientifica e di rappresentatività mondiale e si basano sul livello scientifico delle pubblicazioni prodotte nell’anno precedente e vengono aggiornati annualmente, talora con variazioni sostanziali rispetto alle versioni precedenti.

In medicina queste disposizioni stanno ad indicare una linea di comportamento che però non può ignorare le esperienze e le competenze individuali di chi deve trasferire sui pazienti quanto stabilito dalle linee guida, che proprio per questo hanno negli ultimi anni perso questa definizione che è stata sostituita con quella di “raccomandazioni”.

Nell’ultima revisione delle raccomandazioni GOLD del 2024 è stato introdotto il concetto di pre-BPCO, che comprende individui di qualsiasi età con sintomi respiratori e/o altre anomalie strutturali, senza ostruzione del flusso aereo alla spirometria. Viene, quindi, considerato un nuovo criterio diagnostico: il pattern PRISm [1] che aumenta tra i fumatori e gli ex fumatori ed è associato ad un indice di massa corporea (BMI, Body mass index) elevato o ridotto, al sesso femminile, all’obesità e alla multi-morbilità, con un rischio maggiore di sviluppo di malattie cardiopolmonari, mortalità per tutte le cause, ospedalizzazione e ostruzione delle vie aeree.

La conclusione è che anche se non tutti gli individui con pre-BPCO o PRISm svilupperanno col tempo una BPCO, cioè una ostruzione irreversibile del flusso aereo, meritano comunque assistenza e trattamento in quanto vanno considerati pazienti.

Purtroppo, contrariamente a quanto su esposto, l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) dall’agosto 2021 ha imposto una restrizione alla rimborsabilità di farmaci per la BPCO facendo riferimento alle vecchie linee guida GOLD, ma solo in maniera riduttiva, prendendo per fondamentale un solo parametro che già dal 2017 non era più considerato determinante.

Da anni sto denunciando questa ingiusta interpretazione delle indicazioni terapeutiche, spero che si arrivi ad un ripensamento e che si considerino le giuste richieste di milioni di pazienti che spesso stanno pagando di tasca propria i costosi farmaci che riescono ad alleviare i fastidi della patologia respiratoria ostruttiva, come già è avvenuto recentemente in Spagna.

 

[1] PRISm si riferisce a pazienti con rapporto conservato (FEV1/FVC ≥0,7 dopo broncodilatazione) ma spirometria compromessa (FEV1 <80% del riferimento dopo broncodilatazione).